BLUES
Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.
Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.
Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hard rock, hip-hop, musica pop in genere.
La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.
Blues deriva dall'espressione "to have the blue devils" (letteralmente: avere i diavoli blu) col significato di "essere triste" e per questo motivo, nella lingua inglese il colore blu viene comunemente associato alla sofferenza, alla tristezza e all'infelicità.
martedì 6 novembre 2012
Spiritual
SPIRITUAL
Lo spiritual è una musica afro-americana, usualmente con un testo religioso cristiano. Originariamente monofonica e a cappella, questo genere musicale è antecedente al blues. Lo spiritual è l'antenato del jazz. Solitamente gli schiavi neri cantavano queste canzoni, accompagnandosi con rumori prodotti da coperchi di pentole e lattine, al fine di battere il tempo. Lo spiritual era un canto spirituale, come dice il nome stesso, che veniva dedicato a Dio per alleviare i dolori e le sofferenze della schiavitù. I termini nero spiritual, black spiritual, e afro-american spiritual sono tra loro sinonimi; nel XIX secolo il termine jubilee era più diffuso (soprattutto tra gli afroamericani; i bianchi spesso chiamavano queste canzoni degli schiavi). Qualche musicologo invece li chiama canti folk degli afroamericani.
Gli spiritual sono le primarie espressioni di credo religioso, iniziate dagli schiavi africani negli stati uniti. La schiavitù è stata introdotta nelle colonie europee nel 1619, e gli schiavi rimpiazzavano i dipendenti salariati come una forza economica di lavoro in tutto il XVII secolo. Questa forza lavoro rimarrà in uso per tutto il XVIII secolo e buona parte del XIX secolo. Durante la schiavitù negli Stati Uniti ci sono stati numerosi tentativi di de-africanizzare la forza lavoro nera in schiavitù. Agli schiavi era proibito parlare nella loro lingua madre, suonare le percussioni, praticare i loro riti religiosi animisti e musulmani.
Le tracce dell'Africa si rivelano nelle tradizioni orali e musicali, nello stile e nella cadenza delle dizioni liturgiche, nelle domande e nelle risposte dei sermoni, nell'uso delle sincopi nelle espressioni musicali e dello schema ritmico ed armonico tipico della "blue note" dei cantanti neri, derivata dai rituali tribali africani, negli stili di danza talvolta esuberanti, ma sempre personali e democratici, espressione genuina e personale di se stessi, nella 'possessione' del parlare 'in lingua', nel battesimo in immersione completa. Rispetto allo stile dei bianchi, l'espressione religiosa cristiana della comunità africana è spesso allegra, rumorosa, spontanea.
Siccome non potevano esprimersi liberamente in modi che non fossero spirituali, gli schiavi spesso tennero segreti riti religiosi. Anche se gli schiavisti sfruttavano il cristianesimo per insegnare agli schiavi a sopportare meglio le sofferenze, dimenticare e obbedire agli ordini, diventò una sorta di teologia liberatoria. La storia di Mosè e l'esodo dei 'bimbi d'Israele' e l'idea dell'antico testamento di un dio guerriero che distruggesse i nemici dei suoi prescelti toccò molto l'animo degli schiavi ("Lui è un'ascia da battaglia in tempo di guerra e pastore in tempo di bufera"). Nei cuori dei neri la teologia cristiana diventa uno strumento di liberazione.
Gli Spirituals erano visti qualche volta come un sollievo dalle fatiche del lavoro giornaliero, erano espressione di spiritualità e devozione, ma permettevano allo stesso tempo agli schiavi di gridare al mondo il proprio desiderio di libertà.
Nelle canzoni, i testi riguardanti l'Esodo erano una metafora della libertà dalla schiavitù.
Work Song
WORK SONG
« È impossibile prevedere cosa succederà a un brano musicale. Prendi mio fratello: Nat scrisse un pezzo 7 o 8 anni fa. Non lo ritenevamo un brano importante: facemmo un paio di registrazioni, e Nat ne fece una su un album per la Riverside, intitolato Work Song. Poi la facemmo su un album nostro, quello che ho fatto subito dopo, che si chiamava Them Dirty Blues. Fu registrata anche da altri musicisti, Oscar Brown ci mise le parole e la fecero un sacco di cantanti, poi Herb Alpert decise di farla coi Tijuana Brass e divenne un grande successo. La suoniamo ancora...l'abbiamo sempre suonata perché ci piace. Ma chi sa qual è la ragione del suo successo? »
(Cannoball Adderley, intervista al "Chicago SEED", Novembre 1968)
Work Song non è un blues classico, né per quanto riguarda la lunghezza (16 battute invece delle 12 tradizionali, da cui long meter), né per quanto riguarda la progressione armonica dove manca (almeno fino alla sezione C) la normale alternanza tra I e IV grado della tonalità principale.
Questo per quanto riguarda il dato puramente tecnico. Molte altre sono le caratterisitche che collocano questo brano tra i brani tipicamente blues.
Intanto la costruzione call and response, che nelle orchestrazioni tipiche (solista + tutti) viene sottolineata con accenti dei tutti sul quarto e primo tempo delle misure 2 e 3 e seguenti ad imitazione del suono dei martelli dei forzati e l'esplicito richiamo ai canti di lavoro che vengono indicati come una delle origini del blues (e qui il riferimento è alle chain gang songs).
Poi la tipica sensazione maggiore su minore che qui viene accentuata utilizzando la tonalità minore (Fa-7) come pedale, mentre la risoluzione sulla quinta è fatta sulla tonalità maggiore di dominante (Do7), essenzialmente mescolando il giro del blues minore a quello del blues maggiore.
Fatta salva la sostituzione del I grado minore al maggiore e osservando la progressione del brano, si può vedere Work Song come la concatenazione di due giri di blues primitivo abbreviati omettendo le battute 5-8, ma variando il turnaround del secondo giro inserendo un richiamo al IV grado (Bb7 nella misura 13). La ricorrenza costante delle settime minori è un'ulteriore caratteristica Blues, come pure l'uso di [blue note]s.
La melodia consiste di variazioni della cellula melodica e ritmica delle prime due misure che prima si ripete identica (1-2,3-4,5-6) poi innalzata di una quinta e con l'introduzione di una cadenza blue Mib-Mi(7-8), resa discendente con una (quasi) riflessione e ancora una cadenza blue B-Bb (9-10). L'ultima variazione accresce la tensione dinamica e ritmica che si libera nelle ultime quattro battute dove viene introdotto un secondo tema di risposta conclusiva, ancora sottolineato da hit orchestrali.
All'epoca in cui Nat Adderley scrisse questo brano, nella formazione militava Bobby Timmons, che nel 1958 aveva scritto Moanin' per i Jazz Messengers di Art Blakey. Forse non è una coincidenza che la scrittura di Timmons in genere, e la parte A di Moanin' in particolare, ricordino molto da vicino il groove di Work song.
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